logo

logo
ebook di ArchigraficA

giovedì 13 giugno 2013

Sulle ali della felicità 1


di Francesco Ricci

Dedicato a tutti gli studenti  cui ho dato ripetizioni, e a tutti coloro che sto seguendo con il massimo impegno. Un grazie dal profondo del cuore a voi tutti, per i momenti trascorsi insieme, con l’augurio che il vostro futuro sia pieno di sogni e di felicità.

Introduzione

Il percorso universitario di uno studente di architettura, cela molte insidie e ostacoli nel momento in cui   ci si confronta con  materie scientifiche come   Statica,  Scienza e Tecnica delle costruzioni.
Le ragioni di tutte queste difficoltà sono tante, una fra le principali è senza dubbio quella di vederle come un linguaggio lontano dal  percorso universitario e che deve essere principalmente oggetto di studio dell’ingegnere.
Questa convinzione ha portato nel tempo una buona parte degli architetti a trascurare l’aspetto strutturale, credendo di poter fare incantevoli costruzioni senza aver presente  tale componente.
A tal proposito, un giorno, mentre seguivo i corsi all’università, il nostro professore di tecnica delle costruzioni, ci disse una frase molto importante che mi aprì gli orizzonti: aver compreso la necessità di come sia la struttura a condizionare il contesto architettonico.
Quando ho sentito quella frase, ho pensato immediatamente alle cattedrali gotiche. Tutto il sistema nasceva sovrapponendo tante volte a crociera, che nel loro insieme costruivano un’ascesa  verso il cielo, creando all’interno delle cattedrali giochi di luce emozionanti.
L’idea di voler esprimere concetti e  tematiche delle tre materie in forma narrativa, senza dover ricorrere a laboriose dimostrazioni analitiche che ne stanno alla base, non vuole minimamente sminuire il lavoro di ricerca svolto da tutti i docenti che danno consistenza scientifica al settore disciplinare,  ma è bensì un modo innocente per aprire le porte anche a chi non è competente in materia.
Sulle ali della felicità è un modo nuovo per raccontare, in forma romanzata, alcuni punti di vista sulle  materie citate.
La storia parla di Mario, un giovane architetto neo laureato, che si è preso un anno sabbatico  per esplorare il mondo, e inizia a scrivere una serie di lettere a suo nonno, che non ha mai conosciuto perché morto subito dopo la seconda guerra mondiale.
Alla fine della storia sarà possibile trovare una versione illustrativa, dove ci saranno immagini e spiegazioni divertenti, sulla complessità della Statica e non solo…
Non mi resta che augurare una piacevole lettura a tutte le persone che si ritroveranno a leggere queste pagine.


Uno
Viaggio in Spagna

Roma- 10 aprile 2012- Aeroporto Roma-Fiumicino, ore 11.00 
Caro Nonno,

Fra meno di tre ore sarò finalmente in volo per la  Spagna, nella città nativa di Pablo Picasso: Malaga.
Nell’attesa che arrivi l’ora per l’imbarco, ho pensato di spendere un po’ di tempo in tua compagnia. Dicono che scrivere ad una persona che porti nel cuore è il modo migliore per mettersi in contatto con lei, perché può sentire le tue parole quando le leggerai in un posto solitario.
Non so se sia vero tutto ciò, ma a volte credere in qualcosa di un po’ fuori dalla normalità, rende briosa la vita di tutti i giorni.
Mentre ti scrivo con la mia fida stilografica, alcuni ricordi del tempo trascorso con i ragazzi a cui ho dato ripetizioni in questo primo anno lavorativo, stanno rifiorendo nella mia mente e mi stanno facendo sorridere, come il germoglio di un fiore che è pronto per aprirsi e manifestare tutto il suo splendore.
Uno dei ricordi più belli, che conservo con grande amore, è senza dubbio la felicità dei miei studenti.
Credo che la capacità di un buon insegnante, non si dovrebbe soltanto misurare dalla sua cultura e da tutti i risultati ottenuti di cui spesso si vantano una buona parte dei docenti, ma dall’umiltà di saper mettere in discussione il proprio insegnamento, cercando di appassionare e stimolare la curiosità degli studenti. 
Sentirsi gratificati nel lavoro professionale è sicuramente importante, ma essere un buon professore capace di lasciare un ricordo nel cuore delle persone lo è ancora di più!
Purtroppo, caro Nonno, adesso ti devo salutare. Lo speaker ha annunciato che gli sportelli per il volo diretto verso Malaga, sono aperti. 
Ti scriverò nelle terre della Spagna, per esprimerti le mie impressioni e per spiegarti cosa insegno ai miei studenti.
Ti abbraccio con grande affetto.


Malaga- 12 aprile 2012- ostello Oasis, ore 20.20

Caro Nonno,

Sono trascorsi appena due giorni dal mio soggiorno nella terra caliente[1] della Spagna, ed ho vissuto così tante emozioni che voglio condividerle con te.
Prima di tutto, fin dal primo giorno che sono arrivato,  ho fatto amicizia con un irlandese del nord. Lui si chiama Matt ed è un grande bevitore. L’ho conosciuto l’altro giorno a notte fonda. Era in mutande, completamente ubriaco e privo di lucidità. Urlava per  strada a tutta la gente che era di passaggio “I fott”[2].
Preoccupato per la sua incolumità, ho deciso di riportarlo in ostello, parlando con la polizia spagnola e scusandomi per l’inconveniente creato.

Il giorno seguente l’ho rivisto e gli ho proposto una colazione a base di cappuccino e torta di mele; lui, con mia grande sorpresa, ha accettato la proposta e da quel momento siamo diventati grandi amici.
Successivamente siamo andati a vedere insieme la cattedrale di Malaga, conosciuta come Catedral de la Encarnación.


Questa opera architettonica ha una grande particolarità: la facciata è rimasta incompleta, a causa di alcune vicende storiche che sono accadute quando è stata costruita.
Alcuni miei colleghi, probabilmente, criticherebbero questo aspetto ma, a mio avviso, una cattedrale incompiuta mostra ancora più minuziosamente l’operato intelligente dell’uomo.
Ho sempre voluto vedere dietro ogni cattedrale uno scenario immaginario, dove uomini, ragazzini e maestri costruttori lavorano tutti insieme con passione e cercano di tramandare qualcosa alle future generazioni.


Insomma, in ogni cattedrale, prima ancora di esserci la bellezza estetica e lo spiccato senso di altezza imponente che se ne va verso  verso il cielo, c’è il ricordo racchiuso in ogni singola pietra, da migliaia di persone che hanno versato il loro sudore per qualcosa che è ancora qui  a simboleggiare le  città degli uomini e lasciare ognuno di noi pieno di stupita meraviglia.
Questo, infatti, è ciò che discuto sempre con i ragazzi, quando affrontiamo un argomento della Statica molto importante: l’equilibrio delle forze e il modo in cui gli antichi concepivano la solidità di una struttura.
A proposito di statica, vorrei  raccontare anche a te alcune particolarità di questa materia, ma purtroppo il mio amico Matt è pronto per uscire e  ti devo salutare.
Andremo a mangiare una specialità culinaria di questo posto: le tapas, e poi Matt mi ha detto che stasera vuole fare il latin lover con le spagnole, mostrando tutto il suo charme.
Spero solo che non gridi di nuovo per tutte le strade della città “i fott” in mutante.





Malaga- 13 aprile 2012- spiaggia, ore 15.30

Caro Nonno,

come ti ho scritto nella lettera precedente, oggi parlerò con te della Statica, ma prima permettimi di fare una piccola digressione, per raccontarti un episodio molto divertente che è avvenuto ieri quando sono uscito con Matt.
Siamo andati in un locale molto bello a piazza Picasso, dove si riuniscono tutti i giovani che dormono nei vari ostelli della città.
Abbiamo conosciuto due ragazze svedesi molto belle. Se le avesse viste Luciano, uno dei miei migliori amici, mi avrebbe detto che erano così belle da far resuscitare i morti.
Svanna, una ragazza svedese di 24 anni che fa l’infermiera presso un ospedale a Göteborg, ha fin da subito mostrato un certo interesse per Matt.
Cosi, noi quattro, dopo un’ora trascorsa a chiacchierare del più e del meno, siamo andati in un parco pubblico dove l’ambiente permetteva una maggiore riservatezza e intimità.
Ad un certo punto, nel pieno del silenzio, sento un suono soave e afrodisiaco arrivare dalla parte di dietro di Matt.
Gli era scappato un peto per l’emozione, perché Svanna gli ha messo una mano sulla gamba, mostrando un certo interesse per lui.
Morale della favola: Svanna ha saputo stemperare l’animo irrequieto di Matt, andando oltre, e continuando a mostrare un certo interesse per lui.
Quanto a me… beh non scrivo oltre perché sulla sfera intima sono molto riservato.
Bando alle ciance, adesso è finalmente arrivato il momento di parlarti della statica!
La statica, prima di tutto, è un settore specialistico della fisica, che ha come obbiettivo quello di capire il comportamento e la solidità di un corpo quando ci sono forze che agiscono su di esso.
Per farti un esempio stupido: immagina che io ponga una mia mano su un bicchiere.
La mia mano sarebbe la forza, che pur esercitando una certa pressione sul bicchiere, continua a restare in equilibrio e a non subire nessun cambiamento.
Ebbene, l’obbiettivo della Statica, è quello di capire, sulla base di questo esempio elementare che ti ho appena accennato, perché un corpo, pur essendo soggetto ad una serie di forze, resta in equilibrio.
Naturalmente, per comprendere questa  filosofia di pensiero, bisogna prima di tutto introdurre  gli elementi  che ci permettono di delineare gli ambiti della materia.
I punti  principali, caro Nonno, su cui impostare un discorso articolato per entrare nei meandri della statica sono quattro:
1)    Concetto di forza
2)    Grado di libertà
3)    Vincoli
4)    Equazione fondamentale della statica. 

Concetto di forza

L’avventura di uno studente universitario, timoroso dell’ignoto che lo attende all’orizzonte, inizia con l’introduzione del concetto di forza.
Come possiamo esprimere in termini fisici la forza?
Devi sapere, caro Nonno, che ogni materia ha un suo linguaggio di comunicazione: l’avvocato utilizza termini tecnici specifici che non ricorrono nella realtà comune, così come il filosofo esprime un concetto avvalendosi di modelli linguistici particolari e così via.
Anche la fisica, come la matematica o la chimica, ha una sua lingua specifica, con la differenza che non ci sono parole o termini tecnici, ma modelli e formule.
Formule che magari appaiono alla maggior parte di noi incomprensibili e prive di ogni significato, per tutta una serie di false convinzioni e di pregiudizi che ci portiamo appresso da sempre.
La verità è che dietro queste espressioni, si nasconde una realtà incantata, che aspetta di essere scoperta da ognuno di noi, per aumentare la nostra curiosità verso il mondo. 
Insomma, per non allungare troppo il discorso,  il modello fisico atto a rappresentare la forza si chiama vettore.
La forza quindi, possiamo definirla come un’entità fisica, che produce in un corpo uno spostamento,  una deformazione o entrambe le cose.
Naturalmente, occorre indicare anche quali siano i caratteri che contraddistinguono la forza, altrimenti quanto detto sarebbe poco significativo.
E come se un contadino, desideroso di lavorare nella terra, fosse privo di una zappa, di un rastrello e di una pala, che sono i mezzi più importanti con cui arare.  
Ebbene i caratteri che definiscono una forza sono tre:

1)    Modulo o intensità: ci fa capire quanto sia grande in termini dimensionali  la forza.
2)    Direzione : dove si sta dirigendo la forza
3)    Verso: il punto ben preciso in cui si sta concentrando  la forza.
Per concludere quindi,  il vettore, primo concetto che rappresenta la base della Statica, viene definito, sulla base dei tre elementi scritti pocanzi, forza applicata.
Nella realtà possiamo trovare numerosi esempi di questo tipo: una macchina che viaggia in autostrada, la freccia lanciata con l’arco, l’ascensore che sale ai piani superiori e così via.
Sulla base di quanto detto, posso adesso esporti il secondo punto principale:
Grado di Libertà
Lo spostamento che subisce un corpo per effetto della forza si chiama grado di libertà, che può essere di tre tipi:

1)    Traslazione orizzontale
2)    Traslazione verticale
3)    Rotazione

 Mi rendo perfettamente conto, caro Nonno, che quando si introducono concetti nuovi, possono iniziare a nascere numerose difficoltà.
Una delle principali è senza dubbio quella di non riuscire a trovare nessun riscontro con la realtà, vedendo discipline di questo tipo  come pure astrazioni, noiose e pedanti.
La verità, è che la fisica e la matematica individuano leggi generali basate su convenzioni e che, la maggior parte delle volte,  stentano a trovare un reale legame, un senso concreto. Sono, insomma, troppo astratte.
Se ti stai chiedendo perché costruire e seguire teorie come queste, la risposta è molto semplice:
perché dietro queste discipline si nasconde un mondo misterioso che  può stimolare ognuno di noi, alla ricerca di nuovi concetti, nuove idee e valori che ancora devono essere portati alla luce.
Mi dispiace dover interrompere questa piacevole discussione, accompagnata da un soave suono delle onde del mare, che mi hanno tenuto compagnia per tutto questo tempo, ma purtroppo devo andare.
C’è Matt che mi sta chiamando con impazienza.  Spero non abbia combinato qualche altro guaio!!!
Ti abbraccio con grande affetto.






Malaga- 14 aprile 2012- ostello Oasis, ore 20:00

Caro Nonno,

Prima di introdurre il concetto di vincolo e capire il ruolo che svolge  nella definizione dell’equilibrio di un corpo,  voglio raccontarti una bellissima notizia che mi ha riempito il cuore di gioia.
Da molto tempo, mi scrivo con una ragazza russa originaria di Sochi, che da un paio di anni vive a Mosca.
La chiamo sempre Principessa, perché è bella come il sole, gentile, elegante e raffinata, come poche donne sanno essere oggi.
Nel pomeriggio, quando ero al bar per sorbre il solito cappuccino, mi è arrivato un  suo messaggio, in cui mi ha scritto che finalmente aveva finito tutti gli esami universitari e mi aveva ringraziato di esserle stato sempre vicino.
Avrei voluto condividere questo momento così importante con lei! Anche se viviamo molto lontano, è stupendo sapere che, da qualche parte nel mondo, c’è una persona che ti pensa, che vuole condividere qualcosa della sua vita con te come, per esempio, un messaggio per darti la buona notte.
La penso spesso, e qualche volta mi chiedo come sarebbe bello se anche io potessi vivere in Russia.
Le farei tante sorprese e le regalerei tanti sorrisi, perché lei è bella specialmente внутренне[3].
Quando un uomo conosce donne così belle come lei, è la persona più fortunata del mondo. 
Sono donne stupende, che hanno bisogno di trovare una persona a cui dare tanto amore e tanta felicità.
Ho voluto scriverle alcune parole perché un giorno forse, anche lei si ritroverà a leggere questo capitolo e o resterà stupita, o mi vorrà uccidere.
Ma adesso, tornando a noi, è arrivato il momento di riprendere il discorso che stavo argomentando con te, prima che Matt mi chiamasse.

Dunque eravamo arrivati al 3°punto, quello relativo ai vincoli.
Se l’obbiettivo della Statica è quello di dello studio della  solidità di un corpo, quando ci sono forze che agiscono su di esso, è ovvio che deve esserci uno strumento che ci possa far esprimere una tale condizione.
Ebbene, caro nonno, questo strumento è rappresentato dai vincoli, che sono degli amici molto simpatici, alle volte un po’ birichini e un tantinello spiritosi, ma che sono indispensabili  per mettere in pratica quanto detto pocanzi, poiché hanno lo scopo di impedire i tre gradi di libertà.

Negli studio sia soliti dividerli in  tre categorie:

-       Semplice : un solo grado di libertà impedito.
-       Doppio: due gradi di libertà impediti.
-       Triplo: tutti gli spostamenti impediti.

Per fare in modo che tutto questo discorso non risulti pedante e noioso, ho preferito lasciarti delle pagine scritte a mano che troverai alla fine di queste lettere.
Ci sono momenti in cui non posso fare a meno di prendere la penna e lasciarmi trasportare dalle emozioni che sento toccando la carta bianca.
Credo che per ogni architetto sia indispensabile prendere in mano una matita e lasciarsi trasportare dalle proprie emozioni.
Non importa se ciò che viene fuori non è un’opera d’arte. Quello che conta in ogni caso è disegnare, fare!
Una penna e una carta bianca possono aiutare a metterti in contatto con il tuo mondo interiore, per far emergere le tue idee più nascoste, o aspetti del tuo carattere che non hai mai conosciuto fino ad ora.
Tutto ciò è estremamente importante, perché se il nostro studio lo affidassimo esclusivamente al computer, verrebbe meno la nostra sensibilità nei confronti della realtà che abbiamo attorno a noi.
Vorrei tanto raccontarti l’ultimo punto indispensabile da apprendere per gli studi della Statica, ma si è fatto tardi e devo andare.
Mi aspetta una lunghissima notte!




Malaga- 15 aprile- promontorio panoramico, ore 5.30

Caro nonno,

Mi trovo nel punto più alto della città, e sto aspettando, in compagnia dei miei amici,  che sorga l’alba all’orizzonte, per immortalare questo magico momento.
Ho trascorso una fantastica serata in compagnia di Matt (che adesso dorme beato tra le braccia di Svanna)  e di tutte le persone che hanno reso speciale questa esperienza.
Purtroppo fra qualche ora dovrò andare all’aeroporto per tornare in Italia, ma sono stato davvero contento di aver conosciuto così tante persone con cui ho potuto condividere qualcosa di speciale.
Nell’attesa che arrivi la luce del giorno, voglio raccontarti il 4° punto principale della Statica, accompagnato da un bellissimo cinguettio degli uccelli che riecheggia nell’aria e rende l’atmosfera ancora più magica.

Dunque, il quarto punto si chiama equazione fondamentale della statica.

Che cos’è un’equazione? Perché esiste? Perché trascorrere ore di studio con le equazioni e non uscire con una bellissima donna, come Svanna, ragazza svedese che con la sua bellezza ha risvegliato l’apparato digestivo di Matt?
L’equazione è la forma più romantica che possa esserci nella matematica… L’equazione non è altro che uno strumento che ci orienta in una direzione ben precisa e ci fa capire che tipo di discorso stiamo impostando.
E come se fosse una bussola che, in mezzo a un grande oceano, ci fa capire dove si trovi il nord.
Nella statica un particolare tipo di  equazione ci aiuta a capire che tipo di struttura stiamo affrontando e si esprime nel seguente modo:

3t-s= l-i

La prima parte viene sempre messa in pratica, mentre la seconda ci illustra quante incognite bisogna affrontare.
Se il risultato 3t-s<0 la struttura si dice Iperstatica.
Che cos’è una struttura Iperstatica?
È una struttura dove ci sono tanti vincoli più del dovuto.
Se invece 3t-s>0 la struttura si dice Labile, cioè che non è in equilibrio ma è soggetta a dei movimenti.
Nella realtà troviamo tanti esempi di strutture che si muovono come: l’altalena, il dondolo per bambini, il treno.
L’ultimo caso che può avvenire con l’equazione è quando 3t-s=0 ; in questo caso, la struttura si dice Isostatica, cioè che sta in equilibrio.
Bisogna fare, caro nonno, un’importante precisazione a riguardo.
La condizione 3t-s=0 si dice necessaria ma non sufficiente, perché possono esserci casi in cui i nostri cari amici vincoli, non fanno il loro dovere.
Su questo punto, ho scritto ed approfondito ulteriori aspetti nella versione illustrativa.

Inizio a vedere i primi raggi di sole spuntare all’orizzonte.
Ogni volta che vedo un’alba o un tramonto è sempre un’emozione unica.
A volte sogno di essere un bambino e di trovarmi con te che mi tieni per mano, mentre guardiamo insieme il sole da un promontorio panoramico.
Vorrei che quel sogno durasse un eternità, per stare li con te sempre… 





Nell’aereo- 15 aprile, ore 12.00

Caro Nonno,

Quando si conclude un viaggio, in genere, si torna nella propria città tristi e malinconici.
Molti la chiamano “depressione post viaggio”, e dicono che duri anche molto tempo.
Io non credo che sia così triste il rientro, anzi…
Quando torni da un viaggio, porti con te un’altra valigia, che a me piace chiamare la valigia dei ricordi.
È una valigia un po’ particolare in cui metti dentro tutte le persone e tutti i momenti che hanno reso speciale questa esperienza.
Viaggiando, impari ad apprezzare meglio la realtà che hai davanti a te, perché tutto diventa una riscoperta: il quartiere in cui vivi, le tradizioni locali, i posti più importanti della tua città, non sono più i soliti luoghi che spesso passano inosservati, ma un punto di partenza per riscoprire te stesso.
A proposito di scoperta, posso decisamente confermare che viaggiare da soli è uno delle esperienze più belle e affascinanti che si possano fare nella propria vita.
Ti dimentichi del luogo in cui sei nato e diventi cittadino del mondo, desideroso di conoscere tutto ciò che è diverso dalla tua quotidianità e soprattutto, inizi a esprimere la tua autenticità.
Essere autentici è quanto di più bello ognuno di noi possa mostrare a quell’affascinante mistero chiamato vita.
Con l’autenticità non hai paura di mostrarti al mondo per come sei e puoi fare in modo che attraverso i difetti impari a far uscire fuori il lato più bello che se ne sta nascosto dentro di te.
Mentre ti scrivo queste parole, un raggio di sole che penetra dal finestrino dell’aereo, illumina il posto in cui sono seduto e non posso fare a meno di guardare l’immenso paesaggio che scorre davanti ai miei occhi.

È cosi bello guardare il mondo dall’alto!

Ti da un senso di libertà e ti fa capire che ci sono così tante cose attorno a noi, che bisogna solo scoprirle ed essere sempre pronti a volare verso nuovi orizzonti.




[1] Termine spagnolo per dire “caloroso”.
[2] Termine napoletano che può avere più significati come: io prendo in giro la gente oppure io faccio l’amore.
[3] “interiormente” in russo